Bobcat è la risposta di AMD ad Atom, il prodotto di casa Intel destinato, secondo il suo costruttore, a fare faville il prossimo anno.
AMD dispone di diversi prodotti, o core, ognuno dispone poi di differenti caratteristiche in grado di soddisfare particolari esigenze del cliente finale. Bobcat ne rappresenta sicuramente un esempio.
Grazie a Bobcat AMD ritiene di poter soddisfare quasi la totalità delle esigenze prestazionali dei processori. Con le ridotte tensioni di alimentazioni e con la presenza di frequenze di funzionamento sicuramente apprezzabili Bobcat dovrebbe garantire livelli di consumi concorrenziali e significativi, si parla di valori inferiori a 1W.
AMD ha lavorato parecchio attorno a Bobcat tanto da renderlo sintetizzabile, vale a dire il cliente finale, produttore o OEM, è in grado di realizzare proprie realizzazioni utilizzando l’IP di Bobcat in maniera diretta utilizzando i tradizionali strumenti di lavoro a disposizione di ogni progettista.
Infatti, il core è stato scritto in un linguaggio evoluto tanto da garantire la portabilità su differenti piattaforme e su diversi processi costruttivi.
In questo modo, in linea di massima, diventa fattibile il suo disegno su una FPGA o su silicio con wafer a 40nm. Grazie a tutto questo il progettista, e la relativa società, ottiene un aumento della sua versatilità e dell’efficienza garantendo applicazioni che solo l’utente finale può decidere.
Però stando alle dichiarazioni di AMD, la versatilità e l’efficienza di Bobcat hanno però un costo.
Cioè, la sintetizzabilità riduce la frequenza del clock e del processore di un fattore pari quasi al 20%, oltre ad avere impatti sulla cache con tecnologia L3 e sul set delle istruzioni SSE4 (utilizzate nella virtualizzazione).
C’è però una differenza. Rispetto a Intel qui AMD sta pensando di utilizzare Bobcat nel mercato del mobile ad alto consumo, per esempio la telefonia.
Per il 2011 AMD sta pianificando l’uscita di Bobcat con un modulo grafico, l’Ontario APU.